mercoledì 28 luglio 2010

INTERVISTA PUBBLICATA SUL SASSOLINO

Giulia Pigoni: "La destra? Tanto fumo, poca sostanza"

Scritto da Laura Corallo

venerdì 23 luglio 2010

NEW ENTRY - Intervista a Giulia Pigoni, new entry in Consiglio Comunale per il PD: "La giunta? Tanta comunicazione ma poca sostanza. E Menani fa esattamente quanto faceva Pattuzzi. Il Progetto Giovani? Purtroppo è solo un ritrovo per gli amici della destra, non una cosa per l'intera città..."

Giulia Pigoni, new entry del PD

Giulia Pigoni, new entry del PD

Egregia Pigoni, com’è stato il suo approccio alla politica?
Da sempre la politica fa parte dei miei interessi. Quando frequentavo il liceo mi piaceva confrontarmi con i compagni di classe su temi di attualità e di politica, locale e nazionale. La politica è una passione che condivido anche con gli amici e la mia famiglia.
Tuttavia il primo approccio concreto al mondo della politica è avvenuto nel 2007 in occasione della nascita del PD. Io avevo solo 16 anni. Ho creduto subito in quel progetto che puntava all’innovazione e si poneva l’obiettivo di risollevare le sorti del paese. Così mi sono candidata alla direzione del partito a Sassuolo. Lì ho iniziato a fare le prime esperienze politiche culminate poi con la candidatura alla lista del partito in occasione delle ultime elezioni comunali. Sono stata eletta con 127 preferenze. Per me è stato un successo inaspettato e una grande soddisfazione.
Ci parli della sua esperienza in Consiglio comunale.
Quando mi sono candidata alle elezioni non avevo idea di cosa aspettarmi da questa esperienza. Quando sono in consiglio mi piace intervenire nel dibattito. La mia è un'esperienza in divenire e ho tanta voglia di imparare. Non penso di essere stata eletta per le mie competenze. Per ora la politica è una grande passione ma anche un percorso formativo e molto interessante.
Chi ammira di più in Consiglio comunale?
Ho un buon rapporto con tutto il gruppo consiliare. Tra di noi c’è voglia di confrontarci sulle idee e sulle proposte da fare. Certamente i rapporti tra i consiglieri cambiano a seconda del livello di preparazione e di anzianità. Chi è alla prima esperienza costruisce con i propri pari rapporti basati sulla condivisione, ad esempio, dei primi “impacci istituzionali”. Più costruttivi invece gli scambi che si intrattengono con i consiglieri di “vecchia data”. Da coloro che hanno avuto esperienze politiche di un certo livello si impara di più e si ha più voglia di apprendere.
Chi, invece, ammira di meno?
Di alcuni consiglieri di centro destra non ammiro il modo di fare politica. In particolare non approvo il silenzio assenso generale dei consiglieri che invece di alimentare il dibattito su quanto accade, si limitano ad avallare le scelte della giunta. Ciò dimostra come, a volte, i consiglieri siano lì solo per fare numero. Questa consuetudine porta la maggioranza anche a snobbare la minoranza perché tanto ha i voti assicurati. Ritengo invece che il dibattito e il confronto sui temi proposti dovrebbero avere sempre la priorità in consiglio comunale.
Che voto darebbe alla giunta di centro-destra?
Nel complesso darei un cinque e mezzo. Questa giunta merita la quasi sufficienza per la grande capacità comunicativa che ha dimostrato nel primo anno di amministrazione della città.
Il Comune ha messo in atto strategie di comunicazione utilizzando in particolare le nuove tecnologie per informare il cittadino anche se non ha ancora mantenuto gli impegni presi in campagna elettorale. Per esempio l’assessore alla sicurezza Francesco Menani lavora molto e si impegna. Tuttavia a mio parere non ha fatto nulla di più o di diverso rispetto a quanto realizzato dal precedente sindaco di centro-sinistra Graziano Pattuzzi.
Qual è l’assessore che apprezza maggiormente?
Antonio Orienti. E’ una persona preparata e capace. Merita rispetto. All’interno della giunta è l’assessore che lavora meglio.
Che voto darebbe invece al Sindaco Luca Caselli?
Anche il Sindaco, come la giunta, non merita, a mio parere la sufficienza: deve migliorare ancora molto sulla capacità di amministare i reali problemi della città. Mi spiego meglio: il sindaco non può essere solo amico dei cittadini e cavarsela con due pacche sulle spalle ma deve avere un’immagine istituzionale riconoscibile, quella appunto del Sindaco di tutti, non solo a parole.
Lei boccia tutte le iniziative prese da questa amministrazione?
No, non penso sia costruttivo bocciare. Tutt’al più si fanno proposte. Tra le iniziative culturali di questa giunta ho apprezzato l’ attenzione data al Palazzo Ducale. Tuttavia la cultura a Sassuolo non può limitarsi solo a quello. Occorre migliorare in toto l’intera proposta. Trovo che la Notte Bianca, ideata l’anno scorso da questa amministrazione, e tutte le iniziative culturali e di intrattenimento durante la nottata, sia stata un’esperienza positiva, da migliorare e da continuare.
Ad un anno di distanza dalle elezioni comunali, ha maturato un’idea precisa per cui avete perso?
Sicuramente la nostra campagna elettorale è stata costellata da errori. Ritengo che i nostri elettori abbiano preso sotto gamba l’importanza del ballottaggio. Hanno dato per scontato il risultato finale. E la colpa è anche nostra perché non siamo stati abbastanza accorti a lanciare l’allarme. Devo dire tuttavia che il centro-destra non ha vinto per propri meriti ma ha avuto la fortuna di cavalcare l’onda favorevole quando, nel 2009, l’immagine del Governo Berlusconi era ancora al top.

La scheda di Giulia Pigoni

La scheda di Giulia Pigoni

Come ha vissuto la sconfitta elettorale?
Essendo alla mia prima esperienza politica, ho vissuto la sconfitta delle elezioni in un modo diverso rispetto ai miei colleghi. Tuttavia, a mente fredda, mi sento di dire che la sconfitta del centro-sinistra a Sassuolo non sia stata così negativa. Anzi può darsi abbia fatto bene al partito perché un bagno di umiltà è utile per tutti. Dai banchi dell’opposizione vedi tutto da una prospettiva diversa. Impari di più. Ad un anno dal risultato delle elezioni, il dispiacere iniziale si è trasformato in una forte volontà di continuare a fare progetti concreti e sul lungo periodo con la prospettiva di tornare a vincere le prossime elezioni.
Il sindaco vi attacca dicendo che non fate opposizione, cosa risponde?
Il PD è stato il partito più votato alle elezioni regionali, con il 33% dei voti. Quindi non è un partito debole. Quasi la metà della città ci chiede di svolgere la funzione di controllo, di salvaguardia e di monitoraggio sull’operato dell’amministrazione.
Il 3 marzo scorso l’opposizione ha presentato un importante ordine del giorno sulla crisi economica a Sassuolo. Abbiamo cominciato a discutere di crisi economica solo il 30 giugno. Penso che manchi, da parte di questa amministrazione, la volontà di discutere i problemi con l’opposizione. Questa giunta nasconde i problemi reali mentre discute le questioni marginali. Invece i due schieramenti opposti devono parlare, fare dibattiti e confrontarsi. Il grande errore di questa amministrazione è l’avere chiuso il tavolo della comunicazione con i comuni del distretto. La cosa da fare è combattere insieme perché isolarsi è deleterio per tutti.
Caselli dice che la sua amministrazione sta cambiando il volto della città. Qual è la sua opinione?
Quale volto? La città è cambiata per aver organizzato un aperitivo in più in Piazza Piccola? Sassuolo purtroppo ha cambiato volto a causa della crisi economica che ha creato disoccupazione e incertezza per il futuro. E’ su questi temi che l’amministrazione deve puntare l’attenzione per ottenere un vero cambiamento.
Quali sono le principali divergenze nel centro-sinistra?
Il centro-sinistra sta facendo un lungo percorso per appianare le divergenze. Sta cercando di lavorare in vista di un progetto condiviso che accomuni persone e idee differenti.
Il suo giudizio su Sonia Pistoni, segretario PD.
Il PD ha avuto l’opportunità di eleggere una ragazza giovane. Sonia Pistoni è stata eletta all’unanimità dall’assemblea degli iscritti e rappresenta un segnale forte per il rinnovamento del Pd sassolese.
Il nostro segretario sta lavorando molto e rappresenta per noi una risorsa importante in consiglio comunale.
Cosa ne pensa del Progetto giovani?
Il Progetto Giovani sembra una buona idea. O almeno spero che lo diventi. Tuttavia, nonostante sia stato inaugurato recentemente nella sede dell’Urp di Piazza Piccola, non è mai partito veramente. Il progetto è stato votato al bilancio di previsione ma non c’è stata una informazione capillare per i cittadini. Un altro aspetto di criticità è che il progetto è gestito esclusivamente da consiglieri di centro-destra. Nessun membro dell’opposizione è stato in alcun modo coinvolto.
Se glielo chiedessero le piacerebbe collaborare all’organizzazione del Progetto Giovani?
Mi interesserebbe se ci fosse questo progetto, se fosse un’iniziativa che realmente si propone di ascoltare i giovani in città e lavorare con e per loro. Finché l’organizzazione è questa, il Progetto Giovani rimane il ritrovo per gli amici del loro partito, quindi no, non sono interessata.
A chi si ispira politicamente?
Nel mio percorso politico cerco di costruirmi una mia identità politica. Non mi ispiro ad altri politici né del passato né attuali. Mi piace però ascoltare le idee degli altri. Cerco di prendere il meglio nelle piccole e grandi cose.
Un suo pregio.
Sono esuberante.
Un suo difetto.
La testardaggine. Ho bisogno di sbagliare.
La politica sarà la sua professione futura?
E’ difficile dirlo. Oggi non sono sicura di quello che farò tra dieci anni. Penso che il problema delle nuove generazioni sia proprio il non sapere cosa fare del proprio futuro.
Quali sono i suoi interessi?
Ci sono cose che mi piace fare. Oltre alla politica ho la passione per il teatro. Da alcuni anni frequento l’associazione culturale Korova dove ho accumulato molte esperienze. Per dodici anni mi sono dedicata alla pallavolo che ho abbandonato a causa di un infortunio. Infine svolgo attività di volontaria nella Parrocchia di San Michele dei mucchietti.

martedì 20 luglio 2010

UN'AMMINISTRAZIONE SERIA.

Dopotutto non dovremmo più stupirci. La crisi economica che crea moltissimi problemi lavorativi e familiari, la scuola costretta a tagliare i servizi agli studenti, giovani senza prospettiva di un futuro lavorativo, sono questioni marginali, problemi a cui mettere le toppe sperando che non si ripropongano troppo in fretta. Gli ordini del giorno del PD presentati in consiglio comunale che trattano di sanità, effetti della riforma scolastica e crisi forse riusciremo a discuterli dopo un mese e mezzo. I problemi in città sono altri! In primis le preferenze cromatiche del Primo Cittadino che ha pensato bene di far ridipingere tutte le strisce pedonali di azzurro perché il rosso proprio non gli andava giù, mi auguro davvero che ora il Sindaco possa dormire sogni tranquilli. Mi preoccupo invece molto per il Vicesindaco Menani, che a questo punto sarà verde non solo per scelta politica, ma anche d'invidia perché l'azzurro gli sta stretto. Suvvia dopo tutti i voti che è riuscito a strappare alla “moderata” destra caselliana, i cartelli stradali di un bel verde padano mi sembrano la richiesta minima! E ricordandole la delega alla Sicurezza del suo Assessorato, vigili sulle vetrine dei negozi di abbigliamento, non vorremmo che spuntassero capi di colori non graditi... Niente paura Sassuolo, siamo in una botte di ferro. Azzurra e verde.

giovedì 1 luglio 2010

INTERVENTO IN PIAZZA PICCOLA AL CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO SULLA CRISI ECONOMICA

Mi sono chiesta come vorrei che fosse la nostra Sassuolo quando finalmente usciremo da questa crisi. Vorrei che avesse caratteristiche di innovazione, di capacità di produrre buon governo e di capacità di presentarsi nello scenario economico e sociale come città forte e rinnovata. Siamo in un momento davvero critico per il nostro Paese e per la nostra città ed è per questo che dobbiamo esercitare il massimo della discussione, del confronto e della riflessione per cercare insieme il progetto e le ricette che sono oggi necessari. Questa crisi sta devastando anche a Sassuolo il tessuto economico-sociale, ma cosa possono fare gli Enti Locali quando mancano gli aiuti e le manovre del Governo sono a scapito delle autonomie locali? Cosa serve? In primis TENERE APERTI I TAVOLI ed è qui il primo grande errore dell’Amministrazione Caselli. Non capisco le scelte meramente politiche (dato che soprattutto in un momento come questo l’unico modo di andare avanti è andare avanti insieme) che hanno portato il Sindaco a “dimenticare” alcuni inviti all’ appuntamento odierno alle Istituzioni provinciali e regionali, o ancora alle Associazioni di volontariato, al mondo delle parrocchie che stanno tentando di arginare la progressiva crescita delle nuove povertà. Così come non capisco le scelte che portano Sassuolo lontana dagli altri Comuni del Distretto: la fuoriuscita dall’ Associazione dei Comuni e la mancata volontà di definire l’Unione dei Comuni, quando oggi il confronto sulle problematiche industriali , produttive e sociali è molto più che necessario. Arrivare a questo Consiglio solo il 30 giugno 2010 vuol dire essersi dimenticati che la prima ricchezza di un territorio sono i lavoratori, le lavoratrici con le loro famiglie e le imprese, intese non solo come bene dell’imprenditore, ma come ricchezza del territorio. L’obiettivo di questo Consiglio, così come di tutte le iniziative contro la crisi, non dovrebbe essere soltanto quello di “salvare il salvabile”, ma anche e soprattutto di uscire da questa crisi migliori e migliorati in campo politico, economico e sociale. Dovrebbe essere un’occasione per capire la necessità di snellire, sburocratizzare il mondo dell’economia e quello del lavoro. Oggi siamo ancora sommersi nello tsunami della crisi. Stiamo perdendo i posti di lavoro, i contratti non vengono rinnovati, in modo particolare alle giovani generazioni e alle donne . Questo è il momento di ritarare le priorità. Non abbiamo bisogno degli antidolorifici che questa Amministrazione ci sta somminitrando ormai da mesi. Questi non curano la malattia, ti permettono solo di non sentire male per qualche ora, ma se non prendi il giusto medicinale finisci solo per amplificare il dolore. L’unico medicinale è quello che il nostro partito ha proposto e riproposto a questa Amministrazione: fare INTERVENTI STRUTTURALI, CREARE PROGETTI ED INVESTIRE SUI GIOVANI E SUL FUTURO. Dovremmo essere coscienti che all’uscita del tunnel della crisi troveremo una Sassuolo diversa, con un sistema economico-sociale completamente cambiato. E’ per questo che serve una forte innovazione. Cosa significa puntare sull’innovazione? Credo che la capacità di un sistema di creare innovazione derivi da un insieme di condizioni tali per cui il sistema riesce a PRODURRE IN MODO CONTINUATIVO CONOSCENZA CHE GENERA VALORE. E allora il nostro compito, il vostro compito, è quello di creare queste condizioni: sostenendo la ricerca, creando infrastrutture, organizzando opportunità e sviluppando relazioni tra i protagonisti dell’innovazione. E’ indispensabile a questo punto smetterla di sminuire i problemi che investono la nostra città, difficoltà causate da questa crisi economica. E’ necessario affrontare le problematiche direttamente, evitando soluzioni temporanee e guardando in avanti. In questo senso voglio sottolineare la scelta sbagliata dell’Amministrazione che ha eliminato dai progetti la realizzazione del Tecnopolo Ceramico, che ci avrebbe portato strumenti ed elementi utilissimi al rilancio della nostra economia nei mercati mondiali. Invece si sceglie di arretrare. Studiando per un esame all’università sui sistemi organizzativi ho letto questa metafora che usano gli studiosi per spiegare la filosofia giapponese del kaizen. Racconta di un battello che deve percorrere il fiume, ma che a causa del ciotolato e dei rifiuti si è arenato. Penso che oggi Sassuolo sia in questa stessa condizione e allora i modi per uscirne sono due: il primo è continuare a fare ciò che state facendo nascondere il ciotolato e i rifiuti, continuando ad alzare il livello dell’acqua e sperare che il fiume non arrivi a straripare e il battello a perdere definitivamente la propria rotta. L’altra soluzione è quella che vi proponiamo ormai da tempo: scendere dal battello e tutti insieme togliere un masso per volta. E’ sicuramente un lavoro più lungo, brigoso e spiacevole, ma è l’unica vera strada per tornare a percorrere quel fiume.