giovedì 29 marzo 2012

L'opposizione blinda lo statuto
Il Pd: «Pronti a modifiche, ma niente sanzioni»
Il Pdl: « Al presidente servono nuovi strumenti»

Lo scontro in consiglio comunale nell'ultima seduta del 28 febbraio potrebbe avere ripercussioni politiche, così mentre la Cerverizzo cerca di allineare
l'opposizione per presentare una mozione di sfiducia contro il presidente Francesco Rubino, la maggioranza punta invece a riscrivere il regolamento. L'idea del sindaco, come anticipato dal nostro giornale ieri, è quella di dare al presidente del consiglio la possibilità di sanzionare singolarmente i consiglieri comunali qualora ce ne fosse la necessità. Su questo punto però la minoranza fa muro e il percorso per cambiare lo statuto si fa tutto in salita. «Il regolamento è datato e dovrebbe essere snellito e semplificato» ha detto ieri il capogruppo del Pdl Ugo Liberi prima del vertice della maggioranza che si è tenuto in serata. «Gli esponenti del Pd cercano sempre la provocazione e il presidente Rubino ha difficoltà nel contenere questi scontri facendosi prendere dall foga. Serve quindi uno
strumento nuovo per riportare la calma in consiglio». La base del regolamento attuale risale ai primi anni '90 e da allora è stato solo modificato in parte per risolvere alcuni problemi interpretativi. «Attualmente non ci sono strumenti se non la sospensione della seduta. Essendo passati dall'altra parte della barricata - continua ancora Liberi - il Pd si trova ora a contestare quello stesso regolamento che hanno modulato loro negli anni». Certo, riconosce lo stesso capogruppo
del Pdl, «se vogliamo dare un segnale di democrazia diciamo che il regolamento non si cambia a colpi di maggioranza le regole vanno condivise». Infatti
per modificare lo statuto, una sorta di costituzione (facendo le dovute proporzioni), serve la 'maggioranza qualificata' ossia il 2/3 del consiglio. Il Pd, attraverso la Pigoni, si dice disposto a trattare, ma non sui poteri al presidente. «Una modifica del regolamento non la decide certo il sindaco - spiega la consigliera democratica -. Però se le modifiche possono servire a cambiare il clima in aula allora ben vengano. Siamo disposti a lavorare a scelte condivise, ma non per dare più poteri al presidente del consiglio: i consiglieri non si possono allontanare dall'aula». La Pigoni però critica i tempi scelti dalla maggioranza per affrontare questo tema. «Modificare il regolamento ora mi sembra una provocazione visto che ci sono frizioni tra opposizione e maggioranza e all'interno della maggioranza
stessa». Adombra invece un tentativo di censura la consigliera della lista civica 'Sassuolo per Pattuzzi' Franca Cerverizzo che già nei giorni scorsi aveva annunciato l'intenzione di presentare una mozione di sfiducia contro Rubino. «Sanzioni? Il primo a subirle dovrebbe essere il sindaco quando ci irride - attacca la Cerverizzo -. Personalmente sono per una modifica del regolamento, ma non per la figura del presidente. Non sono d'accordo sul fatto di dare più poteri a Rubino. In questo ci vedrei solo un tentativo di creare nuovi strumenti di censura». La Cerverizzo ricorda lo scontro verbale avuto con il presidente Rubino e rilancia l'idea di una mozione di sfiducia. «Sicuramente porterò avanti questa mia iniziativa, anche il Pd ha fatto un comunicato che va nella stessa direzione».

da Modena Qui del 14/03/2012

lunedì 26 marzo 2012


«Questo presidente va cacciato»


Una mozione di Pd e lista civica per sfiduciare Francesco Rubino dal ruolo che riveste in Consiglio


Una mozione di sfiducia al presidente del consiglio comunale Francesco Rubino: è ciò che hanno deciso i consiglieri del Pd e della lista civica Sassuolo per Pattuzzi per «porre fine al clima infuocato dei consigli comunali sassolesi». «Il clima da stadio caratterizza da tempo il consiglio con mancanza di rispetto delle istituzioni da parte del presidente» spiega -Franca Cerverizzo, consigliere della lista civica. «Una decisione sofferta ma che pare essere l'unica percorribile per cercare di riportare il consiglio comunale ad un clima di sano e civile confronto democratico; le mancanze del presidente Rubino- spiegano dal Pd denotano scarsa conoscenza del regolamento e un utilizzo partigiano della posizione ricoperta ». Per Susanna Bollettini «la responsabilità politica del clima infuocato è anche del sindaco che sì dovrebbe prodigare per garantire il rispetto delle istituzioni comunali, prima fra tutte quella consigliare». Nella richiesta di revoca di Rubino dal ruolo di presidente i consiglieri denunciano mimerose violazioni al regolamento del consiglio comunale. Gli undici firmatari della :mozione citano vari episodi, a partire da una mancata convocazione del consiglio a seguito di richiestaì pervenuta da un quinto dei consiglieri il 14 febbraio; ma a Rubino viene anche attribuita la responsabilità di violazioni del regolamento riguardo il comportamento dei consiglieci, del sindaco, della Giunta e del pubblico, al quale è stato consentito di interrompere la seduta e offendere alcuni membri del consiglio. «L'ultima situazione risale alla seduta del 28 febbraio — spiega Giulia Pigoni del Pd - il presidente Rubino ha fatto presentare

un ordine del giorno dell'opposizione senza prima avvertirne i capigruppo e senza evitare che alcuni esponenti della maggioranza, evidentemente a conoscenza dell'ordine del giorno, esponessero cartelli provocatori». «Lo scopo della richiesta di revoca è quello di dare un messaggio forte alla città, presentando una mozione che a Sassuolo non era mai stata presentata, e di cui verrà informato anche il prefetto» spiega il consigliere Pd Sandro Morini. «La presentazione della sfiducia a pochi giorni dal consiglio nel quale dovrà essere approvato il bilancio continua Moriri - è stata decisa nella speranza che si possa affrontare il terna della programmazione economica del 2012 in un clima più sereno, magari con un altro presidente». Data la compattezza della maggioranza sembra da escludere l'approvazione, ma l'auspicio del Pd è che Giunta e maggioranza prendano coscienza del problema dando inizio a un iter che porti al miglioramento del clima delle sedute consiliari.

dalla Gazzetta di Modena del 17/03/2012

Pena di morte: è polemica sui sì di Caselli e Menani


I post del sindaco e dell'assessore sulla tragedia di Tolosa scatenano il web


La città si divide, ldv indignato e il Pd attacca: «Devono ricordarsi del loro ruolo»


Pena di morte giusta per chi uccide i bambini. L'opinione, di quelle forti, è stata espressa sulla sua bacheca Facebook dal sindaco Luca Caselli. Scatenando, come era prevedibile, molte reazioni, tra cui in particolare quella, veemente, del rappresentante di Italia dei 'Valori a Sassuolo Raffaele Del Sante, che ha ripreso e commentato l'affermazione sulla sua pagina dei social network. «Chi uccide le persone merita l'ergastolo. Chi uccide i barabini meriterebbe la pena di morte. Detto da uno tendenzialmente contrario alla pena di morte». Questa è la frase scritta da Caselli sulla sua bacheca, nelle ore in cui si diffondevano le notizie sull'assassino di Tolosa, killer di alcuni bambini alla scuola ebraica. Al commento di Caselli si è unito dopo poche ore quello del vicesindaco Menani: «Per chi uccide i bambini la pena di morte probabilmente è troppo leggera». Frasi dettate probabilmente anche dall'emotività per le raggelanti notizie che arrivavano dalla Francia. E mentre sulla bacheca del sindaco si moltiplica

no i "mi piace", arrivando a 110, il rappresentante di Italia dei Valori Raffaele Del Sante leggeva ed esplodeva: «Basta! Spiegategli che uno è sindaco e l'altro assessore alla sicurezza. Ce la prendiamo con altre culture e poi siamo ancora al medioevo. Ovviamente anche al post di Del Sante seguono numerosi commenti, alcuni pro e alcuni contro le parole di Caselli e Menani. In particolare, ricordando al giovane politico clell'Idv sua ormai imminente paternità, c'è chi gli parla da genitore (tra questi la consigliera Anna Maria Ansekmi della lista civica Per Sassuolo): «Raffaele, tra poco diventerai padre, dopo ne riparliamo», «Il solo fatto di avere un figlio - ribatte Del Sante - non ad porta a volere morto il suo eventuale assassino. Cosa ci guadagniamo a uccidere una persona? Due vite spezzate invece di una? E quale sarebbe il limite per definire un bambino? Ho sentito nei tg molti genitori che hanno vissuto questa tragedia, spiegare che erano concentrati sulla morte del figlio e che la fine dell'assassino non li avrebbe mai consolati. Non si può dirsi contrari alla pena di morte e poi approvarla per casi particolari. Lasciamo che di giustizia si occupi chi ha la capacità per farlo». «Sono contraria alla pena di morte sempre e in ogni circostanza - commenta la consigliera del Pd Giulia Pigoni, che ha assistito senza intervenire alla polemica via Facebook - ma soprattutto credo che le istituzioni debbano sempre essere terze e che argomenti di tale delicatezza non vadano affrontati sull'onda dell'emotività e della demagogia. Ci sono sedi opportune in cui confrontarsi su temi anche così gravi, ma affidare simili dichiarazioni a Facebook mi pare sbagliato da parte di chiunque e a maggior ragione da parte di chi rappresenta l'istituzione ».

dalla Gazzetta di Modena del 23/03/2012