venerdì 1 luglio 2011

Coefficiente familiare e incentivi per nuovi investimenti

Due proposte concrete per fronteggiare la crisi. L'occasione persa del Tecnopolo

Ringrazio l’assessore Barbieri per le sue proposte volte ad alleggerire lo stato di difficoltà di molti Sassolesi, il calo dell’occupazione continua e non dà segni di arresto, per cui ogni intervento che tenti di porre un freno a questa onda è apprezzabile e da sostenere. Nel merito delle proposte, non mi pare di notare interventi particolarmente innovativi o coraggiosi. Si propone l’esenzione totale delle tariffe a chi perde lavoro per le famiglie monoreddito, quando pochi mesi fa la Giunta Caselli ha rifiutato una proposta più concreta del PD, che chiedeva la sospensione delle rette per i lavoratori della ceramica Edilcuoghi, privi, allora, di una qualunque forma di ammortizzatore. Si dimentica di dire che una misura simile è già presente nel “pacchetto crisi” provinciale, con la possibilità di riaggiornare il coefficiente ISEE alla base del calcolo delle tariffe dei servizi a domanda individuale. Bene i tirocini formativi e i voucher, non capisco se i corsi di aggiornamento professionale saranno proposti attraverso Cerform, cosa che auspico, o direttamente dal Comune. Bene anche le iniziative volte a fluidificare le rigidità del mercato del lavoro, la pagina delle offerte di lavoro sul giornalino e i vari riconoscimenti. Vorrei però andare oltre, perché ha ragione Barbieri, si ha l’impressione trattando questo tema di andare alla guerra con uno stuzzicadente. Allora mi chiedo, perché nessuno ha detto nulla sui recenti utili delle aziende ceramiche mentre, contemporaneamente, 1200 persone hanno perso il lavoro? Dov’è finita la responsabilità sociale d’impresa? Qual è il messaggio di speranza che lanciamo ai giovani? Possibile che a nessuno questo fatto provochi almeno un moto di indignazione? Per non parlare poi delle piccole imprese artigianali che troppo spesso sono costrette a mettere in gioco i patrimoni familiari dei titolari per sopravvivere a un sistema bancario che troppo poco supporta l’economia locale. Lancio due proposte concrete, niente di risolutivo evidentemente, ma importanti non spegnere l’attenzione sul problema del lavoro. La prima, da attuare già col prossimo bilancio: inserire con coraggio un coefficiente familiare nella determinazione delle tariffe e rette dei servizi a domanda individuale. La seconda, da attuare in un ottica distrettuale e provinciale: farsi promotori all’estero delle professionalità eccezionali del nostro territorio. In uno scenario di aree industriali dismesse, si può tentare di coinvolgere risorse private e pubbliche -attraverso la pianificazione urbanistica- per indurre investitori nazionali ed internazionali a scommetere ancora sul nostro territorio. Chiudo con un rammarico, assistere proprio in questi giorni alla firma delle convenzioni tra gli enti reggiani coinvolti nel tecnopolo provinciale mi provoca amarezza. Invito chi, forse in maniera superficiale, ha sempre combattuto questo progetto definendolo vago e inutile, a leggere quegli atti per scoprire la grande occasione persa per Sassuolo e il distretto.

Giulia Pigoni

sabato 18 giugno 2011

Unione dei Comuni del Distretto ceramico: l’intervento di Giulia Pigoni, Presidente del Consiglio dell’Unione

Signor Presidente dell’Unione dei comuni,Gentili sindaci, colleghi consiglieri e consigliere, mi preme innanzitutto ringraziarvi di cuore per la fiducia che mi avete dato nell’affidarmi questo delicato incarico, che cercherò di interpretare nel migliore dei modi, nel massimo rispetto delle opinioni politiche che ognuno di voi esprimerà e cercando di assicurare un dibattito corretto e costruttivo. Essere la prima presidente di questo nuovo consiglio mi riempie d’orgoglio e mi sprona a dare tutta me stessa per svolgere adeguatamente il mio ruolo istituzionale. Voglio ribadire in questa sede ciò che muove il mio impegno politico e che mi auguro possa essere un sentimento condiviso: come mi hanno insegnato i miei genitori, quella che gli elettori ci hanno attribuito è una funzione nobile e difficile, che ci carica di responsabilità pesanti nei confronti di tutti i cittadini, in particolare di quelli che si trovano in situazioni di difficoltà. Ritengo che l’insediamento di questo consiglio rappresenti un passo avanti necessario e significativo nella direzione di una governance di distretto più efficace e coordinata, frutto di uno schietto confronto politico che metta in primo piano – al di là degli schieramenti e delle battaglie di posizione – l’ottimizzazione delle risorse e la qualità dei servizi a beneficio dei cittadini. Come hanno già dichiarato tutti i sindaci, in questo periodo di crisi è infatti indispensabile razionalizzare le spese e incrementare le sinergie. In quest’assemblea, citando una grande politica come Nancy Pelosi, “we may belong to different parties, but we serve one country”. Riponiamo nel cassetto quindi, se possibile, le armi e gli scudi della militanza partitica, per concentrare i nostri sforzi e le nostre energie sull’analisi e lo studio degli atti e delle soluzioni, sull’elaborazione di proposte amministrative, sulla ricerca di una mediazione tra posizioni differenti, nell’interesse esclusivo di questa grande e ricca comunità che rappresentiamo. Bene quindi procedere al rinnovo delle convenzioni (gestione dei servizi telematici; protezione civile, servizi sociali e Ufficio di piano), alla pianificazione di servizi comuni e all’analisi di ulteriori possibili forme di collaborazione. Bene soprattutto cominciare a pensare in termini di unica unità amministrativa, che risponde a un bacino di oltre 100 mila persone e che, quindi, ha le spalle abbastanza larghe per reggere bilanci in contrazione e richieste di servizi in forte aumento. Non abbiate paura di perdere l’identità di paese o di presunte esautorazioni di potere dalle mani delle singole amministrazioni comunali. Si tratta di un’opportunità da affrontare scevri da pregiudizi e timori. Il tema è il buon governo, le risposte concrete da dare ai cittadini. Non è più tempo di battaglie di retroguardia né di difendere interessi minuti. Non è una questione di lotte di gonfalone né di medaglie da appuntarsi al petto. Per questo sono convinta che i temi di confronto e la condivisione di strategie debba coinvolgere quanto prima anche altri aspetti centrali della vita amministrativa dei nostri comuni, a cominciare dal tema del lavoro e del sostegno alle attività economiche, per passare alla promozione del nostro territorio e alla semplificazione burocratica. Voglio sottolineare, prima di concludere, che questo Consiglio non avrà costi per la collettività. Non riceveremo infatti, come prevede lo statuto, alcun gettone di presenza, per testimoniare concretamente che servono sempre più fatti e impegno da parte degli amministratori pubblici, e che nessuno di noi è in cerca di benefici personali o moltiplicatori di poltrone. Da donna, infine, rilevo che il 25% di questo consiglio è rappresentato da donne. Una percentuale significativa (in Parlamento siamo sotto al 20%), anche se più che gioire di questo, possiamo dire: ce lo siamo meritate! E questa percentuale non è ancora, a mio avviso, rappresentativa dell’impegno e del valore delle donne in politica. Concedetemi anche questa piccola annotazione di parte: 6 delle 8 rappresentanti femminili appartengono al Partito Democratico. Un numero elevato, che sottolinea quanto le donne democratiche stiano lavorando duro sia all’interno del partito sia nelle istituzioni. Quest’anno ricorrono i 65 anni dal primo voto alle donne. Ormai si è consolidata l’esperienza di donne capaci e competenti nei governi delle città. E’ bello essere in tante tra questi banchi, ma non dimentichiamoci che il percorso per ottenere una parità vera non si è ancora concluso. Dimostriamo anche in questa sede, con il nostro lavoro e le nostre proposte, che c’è bisogno di più donne nella vita pubblica.


Grazie dell’attenzione, e buon lavoro a tutti.


(Giulia Pigoni, Presidente del Consiglio dell’Unione dei comuni del Distretto ceramico)

venerdì 10 giugno 2011

LIBERIAMO L'ITALIA DAL NUCLEARE

Appello


Il 12 e il 13 giugno liberiamo l’Italia dal nucleare.


Abbiamo tutti l’opportunità di dare al Paese un futuro nuovo.


Il governo teme l’opinione degli italiani e sta facendo di tutto per impedire che si esprimano col referendum. Prima ha negato l’accorpamento con le amministrative (caricando così la spesa pubblica di ben 400 mln di euro), poi con la moratoria-truffa vorrebbe farci credere che il referendum è inutile. Non è così!


Oggi abbiamo la grande occasione di chiudere definitivamente l’avventura nucleare e aprire una nuova stagione energetica.


Noi non abbiamo le risorse finanziarie e mediatiche dei grandi operatori energetici e della lobby nucleare. Non possiamo fare campagne pubblicitarie da milioni di euro. Noi abbiamo due sole grandi forze: i fatti concreti della storia che ci danno ragione – da ultimo il dramma che sta vivendo il Giappone – e il grande numero di persone che non vogliono per sé e per i propri cari un futuro nucleare e che oggi si possono mobilitare strada per strada, sul web, con le radio e le tv locali. Una grande squadra al lavoro in ogni città, in ogni quartiere, in ogni paese per convincere gli italiani ad andare a votare il 12 e 13 giugno per fermare il nucleare.


In queste settimane siamo tutti rimasti sconvolti dal dramma degli abitanti del distretto di Fukushima, costretti ad abbandonare chissà per quanti anni le proprie abitazioni. Per i milioni di cittadini di Tokyo che ancora oggi vivono sotto l’incubo degli effetti nefasti della radioattività, per i valorosi che stanno sacrificando la propria vita per tentare di impedire che il disastro assuma dimensioni catastrofiche. E’ lo stesso copione di Cernobyl, eppure ci troviamo nel Paese più tecnologico del mondo, che comunque non è riuscito a garantire ai propri cittadini la sicurezza dal rischio nucleare. Il motivo è semplice: oggi non esiste tecnologia in grado di farlo.


E il nucleare non è pericoloso solo in caso di incidenti, lo è anche nella gestione ordinaria, come dimostra lo studio epidemiologico fatto realizzare dalla Repubblica Federale Tedesca, che ha verificato un’incidenza di leucemie nei bambini sotto i cinque anni che abitano entro i 5 km dalla centrale di 2,2 volte superiore alla media nazionale.


Ma ciò che è davvero inaccettabile è che il nucleare rappresenta un rischio del tutto inutile. Basti pensare che sommando l’energia elettrica prodotta dal fotovoltaico e dall’eolico dal 2009 al 2011 all’energia risparmiata in questi tre anni grazie alla detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici si raggiunge la stessa quantità di energia elettrica che sarebbe prodotta da tre centrali nucleari EPR, come quelle che si vorrebbero costruire in Italia. Se non bastasse, il Paese ha oggi una potenza elettrica installata di più di 110.000 megawatt, mentre il picco di consumi prima della crisi, nel 2007, non ha superato i 57.000 megawatt. Tanto che persino il più grande tifoso del nucleare e persecutore delle rinnovabili, il ministro Romani, è stato costretto ad ammettere che per sosituire l’energia elettrica eventualmente prodotta dalle centrali nucleari italiane basterebbe un po’ di pompaggio nelle centrali idroelettriche esistenti per farle lavorare sempre a pieno regime!


Infine i costi. Molte agenzie private e pubbliche (da Moody’s al Dipartimento Energia dell’Amministrazione USA) dichiarano senza ombra di dubbio che nel 2020 il nucleare sarà la fonte energetica più cara in assoluto!


La vittoria dei Sì all’abrogazione della legge che fa tornare il nucleare in Italia sarebbe un grande segnale anche per l’Europa ed il mondo sviluppato, che dopo il grave disastro di Fukushima si sta seriamente interrogando sul destino del nucleare.


Noi, in Italia, siamo fortunati e avvantaggiati. Perché non abbiamo centrali sul nostro territorio. E sostenere, come alcuni in malafede fanno, che averle oltre confine, di là delle Alpi, non diminuisce il rischio è una grande bufala. Fukushima lo dimostra ancora un volta: gli incidenti nucleari creano il massimo del disastro nel territorio circostante, più si è lontani più si riducono i danni.
Siamo fortunati e avvantaggiati perché non dobbiamo sopportare i costi del decommissioning di nuove centrali e dello smaltimento di sempre nuove scorie – per quelle vecchie continuiamo a pagare: solo l’anno scorso 280 milioni di euro.- Scorie per le quali nessun paese al mondo ha trovato una soluzione definitiva. Tutto ciò si traduce anche in un vantaggio economico perché, come ammette persino il ministro Tremonti, non dobbiamo portare sulle nostre spalle il debito nucleare. Liberi di questo fardello, possiamo perciò concentrare tutti gli sforzi del paese nella rivoluzione energetica, che si è già avviata; nello sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica; nella produzione distribuita e nella ricerca e innovazione. Tutti cavalli di battaglia, nei prossimi anni, per creare nuovi posti di lavoro e costruire nuove filiere industriali capaci di competere sui mercati mondiali. Anche perché la lotta ai cambiamenti climatici obbligherà tutti i paesi sviluppati ad impegnarsi su questi terreni.


Allora perché insistere? Una volta tanto vogliamo essere lungimiranti?
Mentre nel mondo ci si interroga su come uscire dal nucleare, qualcuno ci vuole obbligare a cascarci dentro.


Il referendum del 12 e 13 giugno è una splendida occasione di democrazia, per alzare la voce nell’interesse di tutto il paese.
Mettiamoci la nostra energia, costruiamo ovunque comitati referendari, lanciamo iniziative, facciamo circolare le informazioni: per smascherare i trucchetti dei nuclearisti e far capire cosa davvero è più utile, sicuro e conveniente per gli italiani.




Votiamo Sì per fermare il nucleare.

mercoledì 1 giugno 2011

ACQUA, DONO DI DIO E BENE COMUNE: UN DIRITTO DA TUTELARE



Un diritto da tutelare


L'acqua, per la sua stessa natura, non può essere trattata come una mera merce tra le altre e il suo uso deve essere razionale e solidale. La distribuzione dell’acqua ha dei costi, ma su di essa non si può fare profitto in quanto il diritto al suo uso si fonda sulla dignità della persona umana e non su logiche economiche. L’acqua è quindi un vero bene comune, che esige una gestione comunitaria, orientata alla partecipazione di tutti e non determinata dalla logica del profitto.




Il diritto all’acqua deve dunque essere garantito anche sul piano normativo, mettendo in discussione quelle leggi che la riducono a bene economico. Sarà importante, quindi, partecipare attivamente al dibattito legato al referendum sulla gestione dell’acqua, che mira a salvaguardarla come bene comune e diritto universale, evitando che diventi una merce privata o privatizzabile, ma ripubblicizzandola mediante una forma di gestione pubblica e partecipata dei servizi idrici.





_ Diocesi Reggio Emilia-Guastalla_

lunedì 23 maggio 2011

DUEMILA INVISIBILI A SASSUOLO

Qualche riflessione dalla lettura dei dati sulla disoccupazione dal centro per l’impiego sassolese


I dati trimestrali sulla disoccupazione del centro per l’impiego Sassolese, sono da tempo preoccupanti.Il lavoro continua a mancare e quello che c’è è spesso a tempo determinato e con poche garanzie. Nel primo trimestre 2011 altri 285 Sassolesi si sono aggiunti al triste elenco dei disoccupati, 120 invece sono quelli entrati in mobilità. Complessivamente a Sassuolo sono 1.050 i cittadini in cerca di una occupazione, 870 quelli in mobilità, a cui vanno aggiunte le persone che sono in cassa integrazione ordinaria e straordinaria o in deroga (tutte in aumento purtroppo rispetto al periodo precedente).In questo contesto la politica locale preferisce parlare di altro, preoccupandosi quasi esclusivamente di apparire sui giornali o di fare polemica sterile.Perché la politica non ha mai niente di concreto da dire a queste 2000 persone? Le poche scelte proposte in realtà hanno inciso poco sulla situazione, i lavori socialmente utili sono stati affidati a persone disoccupate, lasciando però a spasso altre persone disagiate che prima facevano quei lavoretti come gli attraversamenti stradali davanti alle scuole o le piccole pulizie nei parchi.Poco si parla di lavoro in consiglio comunale, e quando lo si fa non si riesce a superare gli steccati ideologici, anzi spesso ci si nasconde dietro per nascondere il proprio immobilismo.Zero segnali di speranza, zero incontri, zero iniziative, eppure il lavoro è l’unica strada per dare libertà e felicità alle persone.Per questo crediamo che si debba fare di più, in consiglio comunale e in commissione per capire meglio chi sono questi duemila sassolesi, tra cui anche molti giovani, e quali potrebbero essere le scelte piccole o grandi in grado di aiutare queste persone.


Giulia Pigoni, consigliere comunale PD Sassuolo

sabato 7 maggio 2011

LO “SBILANCIO” 2010 DEL COMUNE DI SASSUOLO


Il PDL, ha fin dal suo insediamento, avviato una campagna di disinformazione supportata in grande stile dalla stampa. In sintesi si accusava la passata amministrazione di aver creato un “buco” di bilancio tale da impedire alla nuova giunta di realizzare alcunché. Dopo 20 mesi di gestione i numeri, certificati dai revisori dei conti, confermano, in modo inconfutabile che non è così e anzi, se c’è qualcuno che sta bruciando del patrimonio pubblico questi è proprio il centro destra.



Vediamo perché con questa semplice tabellina che analizza insieme i due consuntivi della giunta Caselli: 2009 - 2010.





























































































































2009





2010





2011





Avanzo di competenza dalla gestione





1.175.727





370.286





1.546.013





Avanzo dell’ufficio comune





-31.597





-33.156





-64.753





Avanzo giunta precedente (TESORETTO) applicato alla parte corrente









-316.226









-747.322









-1.063.548





Avanzo fondo svalutazione crediti





-300.000





0





-300.000





Perdite SGP





-721.127





-991.221





-1.712.348





PERDITE DEL COMUNE IN 20 MESI DI GESTIONE CASELLI





-191.214





-1.399.403





-1.594.636






Fonte: Relazione dell’organo di revisione interno al Comune anni 2009-2010





In pratica la giunta Caselli ha sperperato 80.000 € al mese!!! Da quando si è insediata.




Questa situazione è doppiamente rischiosa.




Innanzitutto questo spaventoso sbilancio è stato speso quasi esclusivamente in spesa corrente: cioè eventi, e altre spese assai poco in linea con i tempi di crisi che il distretto ceramico sta vivendo.




Se è vero che prima si è investito per oltre 50 milioni di € in opere pubbliche che hanno aumentato il patrimonio e anche il debito consolidato, oggi purtroppo si spende solo nelle spese correnti. Oggi il Comune di Sassuolo è simile ad una famiglia scellerata che decide di fare un mutuo per andare in vacanza invece che comprarsi una casa.




Inoltro non sono perfettamente chiari i conti di Sgp: sono stati conferiti 1.500.000 in conto capitale dal comune ad sgp con una contabilizzazione singolare.





Appare un risparmio di circa 200.000 € nella gestione del calore assai singolare se rapportato alle bollette di gas delle famiglie sassolesi.




Se tutto questo fosse vero significherebbe che la perdita di SGP sarebbe almeno di 1.200.000 € di cui 400.000 € causati dalla gestione fallimentare degli eventi.




In secondo luogo, appaiono superficiali i rimedi individuati dalla giunta per risollevare questa situazione, vendere le reti del Gas è possibile, ma quanto si potrà incassare? I 20 milioni indicati da Benedetti del PDL o i 5 registrati a bilancio cespiti?




Incentivare i ricavi di sgp è giusto, ma intanto chiediamoci perché sono calati così tanto, è tutta colpa della crisi?




Sul personale, prima di “affittare” dipendenti di Sgp a terzi, non conviene valutare l’utilità di un direttore generale che costa 240 € l’ora ai Sassolesi e che è presente in comune part time?




Il Comune di Sassuolo è garante con lettere di patronage verso Sgp (cioè il Comune garantisce i debiti di Sgp), per questo, prima di lasciare andare così sgp è necessario riflettere bene sulle conseguenze. Comunque l’indebitamento consolidato è all’8 % mentre il limite previsto per legge è il 12%, la situazione può essere preoccupante se non governata come avviene ora.





Cosa ha portato il gruppo PD in Consiglio Comunale nel 2010?




Il confine che segna la differenza fra centrodestra e centrosinistra è quello dei diritti.





- il diritto al lavoro: noi abbiamo contrastato la logica dell’assessore Casolari che prevede una corposa emigrazione dei giovani sassolesi all’estero. Il lavoro è la priorità assoluta e va progettato a Sassuolo. Abbiamo sostenuto il Tecnopolo e la necessità di regia della politica fra imprese e formazione per sperimentare modelli formativi innovati in grado di confrontarsi con altre esperienze internazionali. Non abbiamo capito perché è stato soppresso nel silenzio il corso di ceramica all’IPSIA.





- il diritto alla libera espressione religiosa: abbiamo sostenuto la necessità di trovare un punto di incontro fra le comunità islamiche presenti a Sassuolo per individuare un luogo di culto comune. Abbiamo contrastato chi in Consiglio non si preoccupava che tanti nostri concittadini pregassero all’aperto.





- il diritto dell’uomo ad esercitare la facoltà di scelta nei trattamenti sanitari: abbiamo sostenuto la necessità di istituire a Sassuolo il registro sul testamento biologico, in attesa che il Parlamento approvi una legge. Abbiamo trovato consensi anche nella maggioranza e il voto del Sindaco è stato decisivo nel computo finale dei voti 16-15.





- il diritto alla libera espressione sociale e culturale: siamo stati in difesa dell’ingiusto trattamento riservato ai giovani del circolo Fassbinder, abbiamo contrastato il disegno del Sindaco di eliminare Repubblica dalla biblioteca, abbiamo combattuto l’assessore Cuoghi e il suo scellerato regolamento sull’assegnazione delle sedi alle associazioni di volontariato e abbiamo criticato la scelta di far pagare l’occupazione di suolo pubblico alle associazioni durante le fiere d’ottobre e come ha distribuito i contributi fra le varie associazioni.





- il diritto al libero ed universale accesso ai servizi pubblici: abbiamo chiesto di eliminare la norma istituita solo a Sassuolo dall’assessore Barbieri di vietare l’accesso ad alcuni importanti servizi sociali agli extracomunitari residenti da meno di 10 anni a Sassuolo.





- il diritto allo studio :abbiamo più volte invitato, senza successo, l’assessore Orienti a prendere posizione sulla riforma Gelmini che porterà il prossimo anno ad una riduzione significativa delle classi nelle scuole superiori con numerose soppressioni e accorpamenti, oltre alla perdita del posto di lavoro di molti insegnanti.




Il PD si rende fin d’ora disponibile a portare il suo contributo di proposte concrete per risolvere una situazione che rischia di esplodere, ci aspettiamo dalla maggioranza atteggiamenti più costruttivi, perché c’è in ballo il futuro della nostra città. Per questo il PD Sassolese non dimentica di essere ancora il partito più votato a Sassuolo.



GRUPPO CONSIGLIARE PD




Sassuolo, 2 maggio 2011

mercoledì 27 aprile 2011

MOBILITAZIONE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Premesso che:
-è la violenza sulle donne la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni; sempre più spesso la vittima vive sotto lo stesso tetto dell'autore della violenza; la casa si riconferma, per la donna, come il luogo meno sicuro: nel nostro paese si ritiene che ogni tre morti violente, una riguarda donne uccise da un marito, un convivente o un fidanzato, come risulta dal bilancio sulla violenza sulle donne preparato ogni anno dall'ISTAT, sulla base delle denunce e delle richieste di aiuto avanzate alle Forze dell'Ordine (Polizia, Carabinieri), a medici e strutture di pronto soccorso degli ospedali, a centri antiviolenza e associazioni per la tutela delle donne ( sportelli antiviolenza, telefono rosa, consultori).
-le vittime sono in numero maggiore donne laureate e diplomate, dirigenti e imprenditrici, donne che hanno pagato con un sopruso la loro emancipazione culturale, economica, la loro autonomia e libertà, ma ci sono donne uccise perché uomini vogliono la loro obbedienza, messe a tacere per sempre perché rivendicavano la libertà di pensare e di agire; donne che vivono in comunità patriarcali dove è impedita ogni ipotesi di emancipazione.
-inoltre vittime di violenze domestiche sono anche quelle donne che causa ribellione alle regole dettata anche dalla religione sono soggette a violenze non solo per motivi sessuali, ma anche dettate dall'imposizione di una cultura repressiva, che non permette loro di vivere liberamente la propria femminilità e sessualità.

Sottolineato che:
-gravi episodi di violenza familiare sono purtroppo ancora all'ordine del giorno nel nostro Paese e non hanno né colore, né religione, né etnia, ma partono da una mancata educazione al rispetto dell'altro, spesso donna o bambino.
-la causa scatenante del litigio è sintomo di un disagio più profondo che deve essere riconosciuto ed adeguatamente prevenuto, affinché non abbia da ripetersi in circostanze analoghe.
-le donne straniere, spesso proveniendo da società in cui il ruolo della donna è subordinato e costretto a muoversi dentro ad un sistema prettamente patriarcale, sono quelle che incontrano maggiori difficoltà sulla strada dell'integrazione.
-questi episodi dimostrano che è già in atto un cambiamento culturale, che soprattutto grazie ai giovani, si stanno erodendo le antiche culture patriarcali dall'interno e gran parte del merito va al coraggio di donne come Begum e Nosheen, che sfidano la rabbia di chi non si rassegna a perdere potere su di loro.

Il Consiglio Comunale esprime:
ferma condanna a qualsiasi episodio di violenza fisica e/o morale nei confronti delle donne di ogni appartenenza.

Impegna il Sindaco e la Giunta:
-a continuare momenti formativi, rivolti soprattutto ai giovani e alle giovani, affinché siano aiutati a comprendere l'esistenza di questo fenomeno, e a valutare la crescente gravità con l'obiettivo di educare gli uomini alla cultura del rispetto e sostenere nelle donne la capacità di denunciare quando la loro libertà viene violata.
-a incentivare -diconcerto con le istituzioni competenti - modalità pacifiche di controllo sociale del territorio.
-a supportare quanti sia in forma siongola che aggregata promuovono il dialogo e la conoscenza a supporto del processo di integrazione delle donne soprattutto straniere.
-a sostenere ogni iniziativa sociale e culturale che promuova la conoscenza dei diritti umani inviolabili e delle libertà fondamentali e venga incentivato ogni progetto teso a sensibilizzare e responsabilizzare le donne e gli uomini nel nostro territorio, cittadini italiani e stranieri.
-a vigilareaffinché nelle comunità degli immigrati islamici non si coltivino idee e riti basati sul fondamentalismo religioso che violano i diritti fondamentali dell'uomo e soprattutto il diritto delle donne di partecipare pienamente alla vita sociale, culturale, economica e politica del territorio in cui vivono.



( ordine del giorno proposto dal gruppo consiliare PD, emendato da Lega Nord, Liste civiche, approvato dal Consiglio Comunale di Sassuolo in data 17 marzo 2011)